Jan Campert La ballata dei diciotto morti

Del poeta olandese Jan Campert La ballata dei diciotto morti è stata fin dall’inizio una poesia celeberrima. Campert nasce nella cittadina Spijkenisse nel 1902. Fu un poeta, giornalista e critico teatrale, scrisse testi per il teatro, gialli, racconti e alcuni romanzi. Lo scrittore e poeta Remco Campert (1929) è suo figlio.

Jan Campert La ballata dei diciotto mortiPartecipò alla resistenza. Fu arrestata dai nazisti il 21 luglio 1942 finì nel campo di concentramento di Neuengamme dove morì il 1 gennaio 1943.

 

LA BALLATA DEI DICIOTTO MORTI

Una cella è lunga due metri
e larga soltanto due metri,
anche piupiccola è la fossa
che non conosco ma dove
riposerò senza nome
insieme con i compagni:
siamo in diciotto,
nessuno vedrà la sera.

O dolcezza di luce e terra
della libera costa d’Olanda,
da quando entrò l’oppressore
non ebbi un’ora di quiete.
Che resta a un uomo sincero
e fedele in tempi come questo?
Bacia il figlio, bacia la moglie
e affronta la lotta vana.

Sapevo già che il mio dovere
era pericolo e fatica,
ma il cuore che non può rifiutarlo
non teme mai il rischio,
sa come una volta da noi
la libertà fu onorata
prima che radiosa mano
d’un sacrilego ci volesse diversi.

Prima che lo spergiuro spaccone
avesse la bestiale audacia
d’irrompere in Olanda
e di rubare sul suo suolo:
prima che chi ciancia d’onore
e d’altra necessità tedesca
opprimesse il nostro popolo
e ci saccheggiasse come un ladro.

L’Acchiappatopi di Berlino
adesso fischia la sua arietta,
ma se è vero che muoio tra poco
e non vedrò più la mia cara
né piti spezzerò con lei il pane,
né più dormirò con lei,
dovete rifiutare ogni offerta
di quell’astuto corruttore.

Jan Campert La ballata dei diciotto morti

Facsimile del poema

E pensate, voi che leggete,
ai miei compagni di pena
e soprattutto ai loro cari
in questa grande disgrazia,
come noi abbiamo pensato
al nostro paese e al nostro popolo
dopo ogni notte nasce il giorno
e ogni nuvola scompare.

Vedo la prima luce del mattino
fermarsi sull’alta finestra.
Dio mio, fa che la morte
mi sia leggera e se ho peccato
come ognuno può peccare,
concedimi la tua grazia
affinché io muoia da uomo
quando sarò davanti ai fucili.

Traduzioni

Oltre la traduzione del componimento qui riportato altre delle sue opere non sono state tradotte.

Annotazioni

Vedere la pagina wikipedia per il campo di concentramento nazista di Neuengamme

Print Friendly, PDF & Email