Albert Verwey due poesie tradotte in italiano

Questa pagina propone di  Albert Verwey due poesie tradotte dall’olandese da Massimo Spiritini. Furono pubblicate per la prima volta nel 1939 nel vasto florileggio Poeti del mondo. Si tratta probabilmente della prima volta che poesie di Albert Verwey erano proposte in versi e non in proza come fece Giacomo Prampolini nel 1927. Per un riepilogo delle traduzioni italiane di Albert Verwey vedere qui.

Primo sonnetto

Cristo sulla croce

Uom di dolor, cinto di spine, o Martire,
la cui pallida faccia insanguinata
fende la notte come viva fiaccola,
qual poter di dolor Ti fa sì bello?

Tra una nebbia d’insulti, Amor splendente,
come tace il tuo labbro, e come placido
dal legno guardi, e, a volte, pio sorridi.
Sol di Mister, di Dio Figliolo eletto!

Fiamma di passïon nel mondo gelido,
chiarità di dolor fra nebbie e tenebre,
d’amor portento che il mortale ignora…

Piove, si, piove anche su me quel sangue,
a goccia a goccia, e un occhio m’incatena
con grande amor, con infinita pena.

Secondo sonnetto

Come un devoto

Come un devote fra i pagani, in piazza,
che vantando la merce, travestito,
per l’oro vil, gesticola e schiamazza
e a noti e ignoti biascica un invito,

ma che. seduto al vecchio desco, a sera,
raccesa la fedel lampada avita,
legge, smunto, sul Libro una preghiera,
e le pagine treman fra le dita;

corro ogni giorno anch’io così le vie
scambiando inchini, frottole e bugie
con chi sta, con chi parte e con chi arriva;

ma, sceso appena il sole, al vecchio lume,
del nostro amor sto a scorrere il volume.
Fate ch’ei mi conforti finch’io viva.

Note bio-bibliografiche

  • Poeti del mondo, Massimo Spiritini (a cura di), Garzanti, Milano, 1945, pp. 217-218. La prima edizione è del 1939. All’inizio del Novecento Spiritini ha passato nove anni nei Paesi Bassi. Insegnò l’italiano in una scuola di lingue all’Aia, dove era residente, da lui fondata e della quale fu il direttore. Tornò in Italia prima dell’inizio delle Prima Guerra Mondiale.

 

 

 

 

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